mercoledì 9 dicembre 2009

Alba sulla Pietra di Bismantova

…se penso a sabato 28 novembre…sveglia alle 4.45, rapida smessaggiata con Stefano Cuccolini per decidere se andare su o meno visto il tempo. Con un inequivocabile “Andiam su, meglio andare che avere il rimorso dopo” siam partiti. Nebbia…nebbia fitta fin quasi a Castelnovo né Monti poi la prima schiarita con tanto di stelle a farci sperare e poi ancora nebbia. Forse eravamo delusi ma determinati e quando abbiamo cominciato a salire lungo la strada che porta a Piazzale Dante sotto la Pietra di Bismantova, la nebbia scendeva e il panorama sbocciava. Piazzale Dante: il giorno stava lentamente sorgendo con un tenute chiarore da est ma il cielo era limpidissimo e sotto di noi solo il tappeto di nuvole a coprire la pianura. Saliamo di discreto passo al buio e dopo 20 min arriviamo in cima: vista spettacolare, un delicato e soffice manto di nuvole a ricoprire tutto. E sorpresa ancora più grande la cima del Cusna e del Casarola imbiancate. Ci appostiamo, cominciamo a scattare foto, andiamo avanti dicendo “E’ l’ultima e cambiamo posto” e continuiamo a macinare scatti. Una vista come poche altre volte la Pietra ci regala, qualcosa che rimarrà impressa per un tot di tempo…comincia a rischiararsi, il giorno comincia a far capolino su di noi. Ci dirigiamo verso uno sperone roccioso da cui la vista è più ampia, quasi correndo per cercare di catturare quel momento, quell’attimo di luce che ci ripaga della levataccia. E da li in poi è solo un susseguirsi di attimi, di emozioni che solo chi davvero ama la fotografia sa apprezzare…i raggi solari delicatamente accarezzano le nubi ricoprendole con un vello d’oro e la nebbia traspare, penetra le fronde degli alberi regalando momenti di luce da far strabuzzare gli occhi. La luce fa capolino anche sulla cima innevata del Cusna, cosa volere di più dalla vita?Che il cielo fosse nuvolo per poter apprezzare ancora di più i colori dall’alba ma siamo soddisfatti lo stesso, simili condizioni non si ripetono così di frequente. Ancora scattiamo, ancora “l’ultimo scatto” e via che si va, via che la memoria della macchina fotografica si riempie. Io, di mio, non ho fatto moltissimo scatti (bè insomma) e più di una volta mi sono fermato per vedere, ammirare, anche solo con gli occhi quello che il sole ci stava regalando.
E intanto le nubi salivano e il vento creava increspature come quelle che si vedono sul mare agitato…già, perché sembrava di stare su un isola ad osservare le onde del mare…
La cosa che mi dispiace è aver sbagliato molte fotografie perché mi sono incaponito a voler scattare in Spot anziché in Matrix come mio uso e consuetudine. Ho sbagliato, è vero ma anche questo genere di errori servono per imparare a stare attenti a quello che si fa…in merito ne parlerò su un post successivo che riguarda un’escursione fatta a Monte Alto quest’estate.

Più che il piacere della fotografia è il piacere dell’uscita assieme ad un amico che rende questi momenti magici, da ricordare. Poi la passione per la fotografia esige questo, esige le levataccie o i rientri a casa in tarda serata se non di notte per cercare quell’attimo sfuggente del giorno che non si ripeterà mai più. Chi ha la passione del paesaggio e ha la pretesa attraverso i plug in di Photoshop “Luce della Madonna 2.0” “Tappeto di nuvole stratificate 5.1” di ricreare quelle condizioni, quell’attimo, quell’emozione, ha sbagliato passione. Meglio che si dia a qualcos’altro, un’altra passione che non gli costi fatica. Ma dubito che la troverà perché qualunque cosa fatta con impegno richiede passione, dedizione, fatica e ogni tanto qualche accidente, qualche delusione…se non si accetta questo allora meglio stare a casa, guardare la tv per 24 ore al giorno appiattendo l’encefalogramma del proprio cervello.