domenica 25 dicembre 2011

North to the night

"Sono qui perchè nel paesaggio di ogni immaginazione umana esiste un luogo speciale. La nostra bussola interiore contiuna a puntare l'ago verso quel luogo magnetico, misterioso, esotico e seducente ma, ahimè, sempre contornato dalla paura. Un luogo che, se vogliamo davvero conoscere noi stessi e definire completa la nostra vita, siamo tuttavia obbligati a raggiungere. Son qui alla ricerca della totalità poichè nel mio petto, celato dietro ogni respiro, si trova un vuoto che da sempre implora di essere colmato"

"I’m here because there is always a special place in the land of human imagination. Our inner compass keeps on pointing towards that magnetic place, which is mysterious, exotic and seducing, but, alas, at the same time, always enshrouded in fear. It is a place that, if we really want to know ourselves and define our lives, we must reach. I’m here seeking perfection because in my heart, beyond each breath I take, there is a great void to be filled. "

venerdì 7 ottobre 2011

The breath of our earth

I came back from Iceland a couple of weeks ago...
Somehow, I still feel confused and lost. There are places that leave their mark in your soul, just the way they are. And you carry memory of that experience with you forever.
I saw things I won´t probably see again and I experienced unique sensations during the two weeks I spent in the land of ice. I traveled on the road with my friend Stefano Cuccolini, who shares my same passions, interests and the desire to go on toward lands you probably only saw once in a map but you´ve never been interested in, even though they can actually offer strong emotions.
There would already be a lot of things to say but I haven´t gathered my thoughts yet. I prefer to stay in this sweet confused state of mind for a while, staring at the sky at night, looking for the delicate fleece that left me speechless every day in Iceland. This is a hard land, a raw but genuine land you need to embrace and welcome to both your mind and heart just the way it is, with no expectations.
It´s hard to write down these few lines because the memory is still alive and it´s not easy to describe it with words. These emotions and feelings should be lived in person. No picture or film will ever be able to convey that magnificence.
I´m still thinking about the endless roads in the middle of nothing and the essence of this land, about the great waterfalls and the feeling of being overwhelmed by the power of nature. And the warm and steaming ground that was sending out energy, the roaring waves smashing against the rocks, the thousand-year silence of the glaciers and the breathe of the Earth lighting up the sky with the most spectacular show the night will ever remember.




mercoledì 28 settembre 2011

Il respiro della nostra Terra


E' un po che son tornato dall'Islanda ma rimango ancora confuso per certi versi e non ancora acclimatato all'aria di casa. Ci sono posti che segnano dentro e ognuno ha il suo motivo di essere, il suo perchè e le persone portano dentro il ricordo di quella esperienza. Nelle due settimane di permanenza nella terra dei ghiacci ho visto cose che non so se tornerò a vedere in vita mia e ho assaporato sensazioni difficilmente ripetibili. Un viaggio on the road assieme ad un amico (Stefano Cuccolini - blog / flickr) che coltiva le stesse passioni, gli stessi interessi e anche quella voglia di andare in la, ancora più su, verso terre che forse leggiamo ogni tanto sulla cartina e di cui non ci interesseremmo minimamente ma che sanno regalare momenti, emozioni forti. Ci sarebbero già tante cose da dire ma ancora non ho fatto ordine nei miei pensieri e preferisco per un po di tempo vivere in questa dolce confusione e la notte cercare nel cielo quel delicato vello che mi ha lasciato senza parole. L'Islanda....terra dura, terra aspra, terra cruda ma sopratutto terra sincera che va abbracciata, accolta nei propri pensieri, nel proprio cuore per quello che è, senza pretendere nulla. E' difficile riuscire a scrivere anche solo queste poche righe perchè quei ricordi son talmente vivi, talmente vasti che è arduo riuscire a descriverli a parole...queste emozioni, queste sensazioni vanno vissute di persona e non ci sarà nè foto nè video che potranno trasmettere la loro grandiosità. Penso ancora a quelle strade infinite, quelle centinaia di chilometri in mezzo al nulla totale che riuscivano a trasmettere l'essenza di questa terra o alla potenza delle cascate che mettevano soggezione per quanta forza la natura avesse concentrato in un unico punto...la terra calda, fumante che emanava energia, il boato delle onde che si schiantavano contro le coste rocciose, la calma millenaria dei ghiacciai e il respiro della nostra Terra che accendeva il cielo nello spettacolo più grandioso che la notte possa ricordare...



domenica 31 luglio 2011

Timelapse


Timelapse Montage from Mike Flores on Vimeo.


The Arctic Light from TSO Photography on Vimeo.


The Mountain from TSO Photography on Vimeo.


The Aurora from TSO Photography on Vimeo.


Timescapes Timelapse: Mountain Light from Tom Lowe @ Timescapes on Vimeo.


Mindrelic - Manhattan in motion from Mindrelic on Vimeo.

Questi sono alcuni dei Timelapse che preferisco e che si possono trovare in rete (sia su youtube che su Vimeo). Ma esattamente in cosa consiste un timelapse?Fondamentalmente è un tecnica fotografica/cinematografica che consente attraverso una ripresa (fissa o mobile) di condensare una ripresa di di diverse ore nello spazio di alcuni secondi (o minuti).

Come si ottiene un timelapse?Dobbiamo avere una macchina fotografica o una cinepresa dotata della funzione di Intervallometro che ci consente di scattare fotogrammi in un tempo impostato. Mi spiego meglio: noi diciamo all'attrezzatura ogni quanto scattare il fotogramma e il tempo è una variabile da tenere in considerazione ma di questo ce ne occuperemo in seguito.
Dobbiamo avere una base fissa su cui posizionare la nostra attrezzatura (treppiede o particolari rotaie che consentono la traslazione/rotazione della macchina fotografica) e infine un soggetto in movimento, pena ritrovarsi con un filmato che difatti assomiglia a una foto statica.
Per cominciare a fare un timelapse dobbiamo prendere in considerazione a quante immagini al secondo (FPS o frame per second) vogliamo montare il nostro filmato. L'occhio umano percepisce come fluida un filmato che scorre a 25 FPS, sotto questa soglia il movimento comincia ad apparire scattoso. Sapere a quanto far andare il nostro filmato determina di conseguenza il numero di scatti che dobbiamo far eseguire alla nostra macchina fotogrfica. Mi spiego meglio: se vogliamo fare un filmato di 10 secondi dobbiamo eseguire 250 scatti, questo perchè 25 FPS per 10= 250. Già da questa cosa possiamo intuire come il Timelapse è una tecnica piuttosto estenuante perchè costringe chi la pratica a delle lunghe, a volte lunghissime sessioni di esposizioni.
Oltretutto dobbiamo anche preoccuparci di un altra variabile che è il tempo che intercorre fra uno scatto e l'altro. Di norma si tende ad utilizzare il doppio del tempo di esposizione ma questo non è necessariamente detto in quanto dipende anche dal filmato che vorrete ottenere. Oltretutto se si utilizza la funzione NR (Noise reduce) il tempo che si deve considerare è doppio in quanto la macchina fotografica per elaborare la foto ci mette esattamente due volte il tempo dell'esposizione. Questa cosa si percepisce appena se si scatta di giorno ma se si eseguono scatti di notte è una cosa di cui si deve tenere conto anche se nulla vi vieta di disattivare codesta funzione.
Una volta ottenuti gli scatti che vi servono dovete passare al montaggio della scena che di fatto è una cosa relativamente semplice. Le uniche cose a cui serve prestare attenzione sono la durata di ogni singola immagine e lo spazio "vuoto" che intercorre fra esse. Chiaramente più un immagine ha una durata lunga e più il filmato sembrerà statico mentre se l'accorcerete vedrete un filmato che letteralmente va di corsa!Anche il tempo "vuoto" fra le singole immagini è da tenere in particolare considerazione in quanto se utilizzerete dei tempi esageratamente dilatati avrete una bellissima immagine statica (o quasi) e viceversa. Quindi fate alcune prove perchè sta anche a voi decidere che velocità usare, non c'è una regola fissa.

Guardando diversi filmati in rete mi sono incuriosito a questa tecnica e negli ultimi tempi ho fatto alcune prove che propongo qua sotto







Chiaramente questi filmati non sono capolavori e presentano diversi difetti. Sono più che altro un'esercizio per capire al meglio come funziona questa tecnica. Se osserviamo bene questi filmati si può notare un certo sfarfallio, dei pezzi di filmato che risultano più chiari o più scuri. Questo fenomeno si chiama Flickering ed è il vostro peggiore nemico. Perchè si presta questo difetto?
Se scattiamo in priorità di diaframmi (quindi settando un diaframma fisso lasciando calcolare alla macchina fotografica il tempo di esposizione) anche in condizioni di luce apparentemente omogenea c'è sempre una minima variazione di luce. Questa variazione di luce, appunto, crea questo fastidioso problema che in ogni caso si può eliminare. Come?Ci sono due modi:
- scattare in modalità manuale, impostando tempi e diaframmi fissi. Purtroppo questa soluzione può andare bene solo in determinate condizioni di luce costante (o giorno o notte). Riprendere un tramonto o un alba in queste condizioni è impossibile perchè ci troveremmo con degli scatti o sovraesposti o sottoesposti.
- usare dei programmi in fase di post-produzione che eliminano il problema. Ce ne sono alcune, a pagamento e non. Forse il più famoso è GBDeflicker, un plug in per Adobe Premiere che vi consente di eliminare il problema.
Io di recente ho scoperto un plug-in per Virtual Dub che mi ha piacevolmente sorpreso. Si chiama msu deflicker, è gratuito e dalle prove che ho fatto (poche purtroppo) mi pare che lavora bene. E' un po macchinoso da installare ma una volta capito come fare risulta di facile comprensione e utilizzo. Per utilizzare questo plug-in dovete scaricare il file zip che contiene il file msu_deflick.vdf e scompattarlo nella cartella di Virtual Dub. A questo punto avviate Virtual Dub, entrate nella finestra VIDEO e FILTERS


Ok, ora vi trovate a una finestra di selezione dei vari filtri. Cliccate su Add e importate il file msu_deflick.vdf che avete scompattato in precedenza


Perfetto. Una volta importato il file vi ritroverete con una finestra come vedete qui di seguito dove di default son già impostati diversi valori. Valori che vanno bene nella maggior parte dei casi per eliminare il flickering ma che potete provare in ogni caso a variare per vedere i differenti risultati che si possono ottenere


Date ok e vi ritroverete nella schermata iniziale di VirtualDub col vostro filmato da processare. Prima di far partire l'elaborazione è buona cosa impostare la compressione del fimato, pena trovarvi con file ingestibili (da un giga in su). Per impostare la compressione dovete andare in VIDEO e COMPRESSION


Vi trovate con una schermata con diversi tipi di compressione video. Io attualmente sto utilizzando l'ultima, Xvid MPEG4-Codec


Ok. A questo punto siamo pronti a esportare il nostro filmato. Come si procede?E' facilissimo, basta andare in FILE - SAVE AS AVI, selezionate la cartella dove esportare il filmato e date l'ok. Il programma a questo punto si occuperà di eliminare il flickering.


Facciamo un esempio concreto. Questo è il prima di un timelapse che ho postato in precedenza



E questo è lo stesso filmato esporto col filtro per eliminare il flickering



Il risultato mi pare essere più che buono anche se andrebbe provato in condizioni più estreme. In ogni caso rimane lo stesso un ottimo strumento per potercisi divertire senza doversi svenare.

Purtroppo questa bellissima tecnica presenta un problema, se così possiamo chiamarlo: se volete riprendere una situazione con forti escursioni di luce, come il passaggio fra il tramonto e la notte, la situazione si fa problematica. Perchè?Perchè non avete un controllo diretto sull'esposizione, o meglio, non potete cogliere tutte le differenze di luce che sussistono in questo lasso di tempo. A occhio non potete valutare se occorre aumentare il tempo di esposizione per avere una foto sempre bilanciata (a parità di diaframma, ISO e tempi vanno vanno variati). Per i fortunati possessori di Canon esiste un intervallometro da collegare alla macchina fotografica che controlla costantemente la quantità di luce che entra all'interno della macchina fotografica e varia di conseguenza i tempi e la sensibilità per avere sempre l'esposizione ottimale. Oltretutto grazie a questo "telecomando" si può evitare del tutto il post processing relativo al deflicker in quanto l'esposizione sarà sempre controllata. Se purtroppo possedete una Nikon dovrete andare in giro con un portatile da attaccare alla macchina fotografica per poter variare i parametri.

Quello che ho scritto non vuole assolutamente prestarsi a verità assoluta e, anzi, se qualcuno vedesse strafalcioni o errori di qualsiasi sorta son ben disposto ad accettare tutti i consigli. Ciò che trovare in questa pagina deriva dalla mia esperienza (poca) sul campo che nei prossimi tempi vedrò di aumentare.

sabato 2 luglio 2011

La scimmia dei fulmini - parte seconda

Penso che da quando l'uomo ha messo piede in questo mondo i fulmini son sempre stati visti come qualcosa di sovrannaturale, d'altronde nell'antichità son sempre stati abbinati a divinità a qualsiasi latitudine. Le tecnologie di oggi, la scienza ci ha permesso di capire meglio questo fenomeno, il suo perchè e il suo sviluppo sminuendo di fatto quella che per secoli è sempre stata una paura ancestrale dell'uomo. La differenza di ponteziale elettrico fra nuvola e terra (ma anche fra nuvole e nuvola) determina un fulmine eppure, nonostante ciò, penso che ogni volta che osserviamo questo fenomeno, una paura atavica o una forma di rispetto istintivamente ci tiene lontani da questo evento.
Ovviamente questo non è il mio caso...ricordo che fin da bambino i temporali mi hanno sempre affascinato (e terrorizzato mia madre ;-)) e li guardavo sempre dalla finestra. In particolar modo mi piacevano quelli che vedevo durante le estati che trascorrevo in Polonia e la loro violenza era sopra la norma. Quando cominciai a interessarmi alla fotografia mi ripromisi di provare a fotografare i fulmini ma allora non avendo le conoscenza per poterlo fare non riuscii a cavare un ragno dal buco. Nel 2009 ebbi un colpo di fortuna: allora ero a Cerreto Alpi e c'erano condizioni perfette: le saette si scaricavano fra nuvola e nuvola e non si abbattevano al suolo. Corsi a prendere la macchina fotografica e mi precipitaii lungo la SS63 in quei pochi punti da dove potevo fare qualche scatto. Il risultato è il seguente, non perfetto, ovviamente perchè fotografare i fulmini è forse la cosa per cui serve più fortuna....












Queste foto le ho fatte dove la SS63 si è interrotta a causa della frana e ho puntato verso il Ventasso. Come prima volta son rimasto soddisfatto ma ovviamente c'è ancora tanto da migliorare....e non tanto come tecnica ma come composizione. E sopratutto occorre avere pazienza e rispetto...perchè rispetto?Qualche giorno dopo a Scandiano ci fu un forte temporale e io corsi in collina perchè volevo fare altre foto ai fulmini. Era una saetta continua e mi stavo apprestando a fare foto...fino a che un fulmine non cadde vicino a dov'era con relativo fischiamento di orecchie. Diciamo che non ero esattamente gradito nel posto e dopo qualche istante raccolsi le mie cose e tornai a casa...solo che nel mentre cominciò a piovere a dirotto e a grandinare. La strada che porta dal Monte Evangelo a casa mia era un fiume in piena e ho faticato non poco a condurre la macchina giù per i tornanti ma arrivai a casa senza grosse conseguenze anche se le orecchie continuarono a fischiarmi ancora per un po....questo per dire che avere troppa foga nel fare le cose può portare a conseguenze indesiderate e, ora come ora, quando si tratta di fare foto ai fulmini valuto molto meglio la cosa e la tratto con molto più rispetto.

Fare foto ai fulmini è una cosa relativamente semplice: occorre un cavalletto, un telecomando per lo scatto remoto e...un temporale ;-). Io per fare queste foto ho usato queste impostazioni:

ISO100 - F5.6 - 30 sec di esposizione

Questa è una regola "generale" che può essere variata a piacimento ma senza esagerare. La sensibilità è meglio tenerla più bassa possibile (ISO100 o 200 Nikon, ISO50 nelle Canon ove possibile), il diaframma non tenerlo eccessivamente aperto (non scenderei sotto F5 per evutare una foto eccessivamente piatta e non salirei oltre F6.3 per evitare tempi eccessivamente lunghi che potrebbe precludere la realizzazzione della foto) e i tempi tenerli fra i 30 secondi e il minuto al massimo per permettervi di impressionare il fulmine. E tanta fortuna occorre perchè, nonostante si faranno diversi scatti non in tutti verranno registrate le saette questo perchè se il fulmine cade all'inizio dell'esposizione la macchina non riuscirà a registrarlo e l'optimum è quando cade verso la fine dell'esposizione, nel momento in cui la macchina è riuscita a registrare l'immagine che state riprendendo.

giovedì 9 giugno 2011

Ora blu sulle colline scandianesi

Approfittando del tempo ieri sera ho realizzato qualche ora blu in collina vicino a casa mia....calma, silenzio e la luna che si nascondeva fra le nuvole. Cosa chiedere di più?

giovedì 2 giugno 2011

martedì 31 maggio 2011

domenica 29 maggio 2011

11 Novembre 2007

La magia dell'autunno ai prati di Sara.


venerdì 27 maggio 2011

Un'ora e mezza

Un'ora e mezza è il tempo che ho impiegato per arrivare ai prati di Sara partendo dal parcheggio sotto al rifugio di Monte Orsaro. Questa zona dell'Appennino reggiano è stata la prima che ho visto nel lontano 2007 grazie a degli amici che mi hanno portato qui passando per le rinomate Cascate del Lavacchiello. Purtroppo all'epoca non avevo molta esperienza di montagna e feci tutto il giro con delle semplicissime scarpe da ginnastica. Contando che era autunno (novembre) e che il sentiero era pieno di foglie scivolose in alcuni punti rischiai seriamente di farmi male. Però lo spettacolo all'epoca era davvero magnifico, complice anche una giornata spettaccolare che alternava nuvoloni a schiarite e il Cusna si divertiva a nascondersi alla nostra vista.
I prati di Sara sono, come appunto dice la parola, un pratone dove in tarda primavera vengono portati i cavalli di qualche proprietario della zona, cosa che contribuisce ad aumentare l'enfasi del posto. In tardo autunno l'erba passa al giallo-oro rendendo l'ambiente ancora più suggestivo e i faggi della zona si preparano all'inverno che da queste parti non è proprio clemente. Ma la "star" del posto è un faggio piegato dal vento che dona a questo posto quella marcia in più, quel particolare in più che non ti fai mai passare la voglia di tornare ai Prati di Sara, quasi come se venissi a trovare un vecchio amico.

Il sentiero in se non è duro, è più lungo che altro e presenta solo un paio di strappetti ma nulla di insormontabile. Diventa faticoso da affrontare in inverno con le ciaspole ai piedi e di questo ne ho avuto un assaggio quando con Stefano Cuccolini siam andati a fare delle foto in zone prese (2009). L'unica rottura di scatole lungo il sentiero sono le zanazare che stranamente in questo periodo abbondano numerose e non mi capacito del perchè vista la scarsa presenza di pozze d'acqua o meglio: le uniche che ci sono, sono in zona prese ma al momento sono praticamente asciutte. Quando si arriva alle prese il Cusna si mostra maestoso con la sua inconfondibile spalla sinistra che tanto mi fa sognare ogni volta che lo vedo. Questa montagna esercita sempre un certo fascino nonostante da questo versante presenta rilievi dolci e per nulla spigolosi. Sarà forse per questa sua forma che riesce a essere rilassante alla vista senza comunque far dimenticare che si è a cospetto di una montagna che negli ultimi inverni è stata tetatro di due tragici episodi (Juri Govi e il mio amico Andrea Costi han trovato la morte durante le loro rispettive escursioni invernali).
Arrivato in zona prese le zanzare son magicamente sparite e ho cominciato a fare qualche foto (di alcune posto anche la versione bw)






Dopo aver fatto questi scatti procedo dritto verso i prati e comincio già a sentire uno scampanellamento: vuoi vedere che ci son già i cavalli?Affretto il passo e arrivo sul posto...non mi son sbagliato, i cavalli sono e c'è proprio un bel gruppetto. Gli passo a fianco avendo cura di non disturbarli e mi preoccupo di fare qualche foto al faggio più piegato ;-) ma sopratutto più famoso dell'Appennino reggiano



Nel frattempo i cavalli cominciano a muoversi e mi passano proprio davanti. Quale occasione migliore per non fargli un paio di foto?









Dopo aver eseguito questi scatti ed essermi rilassato un momento decido di tornare indietro. La salitina che porta verso Le prese, nonostante non sia nulla di trascendentale, riesce sempre a spezzare la gamba e ad affaticare ulteriormente l'escursionista. Intendiamoci, nulla di gravoso però al ritorno si fa sentire ;-)....arrivato in zona prese mi copro ulteriormente: nonostante la giornata sia soleggiata, mi infilo la felpa e la sciarpa perchè il vento che comincia a spirare non fa presagire nulla di buono, almeno dal punto di vista delle temperature. Decido di fare una sosta anche qui e di sedermi su un sasso che si rivela essere un'ottima sdraio ;-) con vista privilegiata sul Cusna. Fondamentalmente si tratta di uno spiazzo brullo con qualche fiore nelle zone verdi. Nonostante la non eccessiva bellezza del posto, almeno dal punto di vista della fotografia, compio ugualmente qualche scatto, qualche scatto di circostanza come li chiamo io ;-)

 






Gironzolando intorno c'è un canalone dove ancora l'ultima neve si aggrappa prima dell'arrivo completo e totale dell'estate. Ovviamente non resisto alla tentazione di fiondarmici in mezzo e di toccarla con mano...all'inizio pensavo che uno scatto in bw potesse per così dire esaltare tutte le fossette ma quando ho eseguito la coversione mi sono dovuto ricredere. Fondamentalmente la foto non è un granchè ma la posto ugualmente.






Volevo fare anche qualche foto al tramonto dalla zona ma purtroppo le poche nuvole che c'erano si son diradate in un batter d'occhio lasciando il cielo completamente terso. E per un paesaggista queste son le condizioni peggiori....nonostante la bella giornata non c'era anima viva a parte qualche capriolo che ogni tanto mi rimandava il verso, probabilmente seccato dalla mia presenza. Questi posti si gustano al meglio proprio in queste condizioni, quando non c'è nessuno e il rumore del vento che si incunea fra i canaloni del Gigante Addormentato è il tuo unico compagno in questo giro.
Lungo la discesa mi son trovato un bel cervo in mezzo al sentiero che se l'è data a gambe appena mi ha visto ma il ritorno si è rivelato tranquillo. Arrivato alla macchina mi tolgo lo zaino e gli scarponi, mi infilo le scarpe da ginnastica e son pronto a staccare il nuovo tempo sul giro nella tratta Monte Orsaro - Scandiano: questa strada di notte è proprio spettacolare da fare, discretamente tecnica e con cambi di direzione in alcuni casi bruschi ma che se affrontati nel giusto modo regalano soddisfazioni. Accendo la macchina, ingrano la prima, sono sulla strada, la lunga strada verso la notte....

martedì 5 aprile 2011

Ogni tanto torno a fare qualche foto...

Domenica 3 aprile, dopo aver ripetuto la speciale Scandiano - Castelnuovo Monti senza purtroppo aver staccato il nuovo tempo sul giro, mi son diretto verso uno spiazzo dietro la Pietra di Bismantova in direzione Villa Minozzo. Era da tanto che volevo provare a fare delle foto da questo punto perchè mi pareva potesse avere delle potenzialità...la sessione purtroppo non è stata lunghissima ma è stata "soddisfacente" e il virgolettato è d'obbligo. Perchè?Bè, il punto è discreto ma a causa dell'eccessivo inquinamento luminoso di Castelnuovo Monti e zone limitrofe non son riuscito a ricavare una foto che possa considerarsi un minimo decente. In ogni caso è stato un giro interessante, vuoi perchè la fondovalle è sempre uno spettacolo farla di notte, vuoi perchè sul posto ci tornerò (l'assassino torna sempre sul luogo del delitto) per riprovarci ma questa volta a un orario più tardo (tipo le 2 di notte). Le macchioline laterali sono dovute al rumore termico causata dalla lunga esposizione, lunga ma non eccessiva (F5 - ISO200 - 6 minuti)


martedì 29 marzo 2011

Mostra fotografica Stefano Cuccolini

Sabato 2 aprile alle ore 16.30 presso la Biblioteca comunale Pablo Neruda di Albinea, avrà luogo l'inaugurazione della prima mostra fotografica di Stefano Cuccolini (http://stefanocuccolini.blogspot.com/).

E' un occasione unica per poter ammirare fotografie del nostro Appennino ma non solo....partecipate numerosi, non ve ne pentirete!!

Qui di seguito alcuni articoli 
http://linformazione.e-tv.it/archivio/20110329/12_RE2903.pdf
http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/03/28/foto/quando_il_fotografo_incontra_le_fate-14193877/1/
http://www.gazzettadiparma.it/viaggi/dettaglio/1/80529/Stefano_Cuccolini_cattura_angoli_sconosciuti_di_Appennino.html


domenica 16 gennaio 2011

Sogno di una notte di mezz'estate...

Una notte di mezz'estate in compagnia del cucco nazionale siamo andati a fare delle foto notturne sotto la Pietra di Bismantova. Il nostro obbiettivo era eseguire la famosa rotazione sulla polare (la nuova scimmia) ma essendo che il nostro arrivo anticipava notevolmente il buio della notte ho cominciato a fare qualche scatto con lunga esposizione verso il crinale appenninico e verso il Ventasso. Il risultato?Appennino blu ^_^...e una prima prova di rotazione attorno alla polare...