Le sensazioni che si respirano su Ouessant possono travalicare il pensiero comune ma ciò dipende dalla sensibilità della persona. Anche senza fare foto ma solo ammirando, osservando, perchè no?, gustando la roccia e l'acqua salmastra che si miscelano l'uno con l'altra, lo spirito viene in qualche modo scosso, turbato di un emozione che raramente si vive. Che sia mare in tempesta o bonaccia tornare su Ouessant è come tornare a trovare un vecchio amico col carattere burbero ma che ti sa accogliere col suo modo, col suo modo di essere e di esistere. Fermarsi al riparo di uno scoglio e scorgere l'Atlantico che si staglia fino oltre all'orizzonte, sentire le voci del passato che han camminato su questa roccia e chiudere gli occhi per un momento a quel sole livido fanno rinascere pensieri e consapevolezze mai sopite nel nostro spirito. La nebbia dell'isola nasconde l'essenza dell'animo umano, essenza che torna alla luce quando il vento spira forte da ovest e le onde si infrangono rabbiose su Nvidic e Jument...e quando la notte Orione fa capolino nel cielo e accarezza dolcemente il mare acquietato suo amante, comprendi che il momento che vivi è ciò di più raro e prezioso che possiedi. Respirare non è più respirare ma una consapevolezza certa del proprio io, una consapevolezza che va oltre il semplice gesto dell'essere, del vivere e se ti abbandoni per un momento, per un istante a quella sensazione mista sogno e realtà lo stupore sarà immenso.
Kenavo, Ouessant